Consorzio del Vino
Brunello di Montalcino®

INSEDIATO IL CDA DELLA FONDAZIONE BRUNELLO DI MONTALCINO

 

25/11/2016

Aperta anche a contributi esterni, finanzierà progetti di crescita e sviluppo territoriale e di interesse sociale

 Inizia la fase di progettazione e programmazione che porterà l’assetto definitivo della nuova realtà. Obiettivo principale l’ampliamento della rappresentatività dei soggetti produttivi di Montalcino. La gestione sarà autonoma rispetto al Consorzio e verrà sostenuta grazie a contributi volontari

 

Montalcino – 25 novembre 2016. Procede secondo programma il progetto della “Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”. Con l’insediamento del nuovo CDA infatti è iniziata la fase di programmazione che in pochi mesi dovrebbe portare alla definizione degli strumenti e degli interventi  che renderanno operativa sul territorio la nuova realtà.

 

Come sottolinea il Presidente Fabrizio Bindocci “al momento la Fondazione è un laboratorio in cui si pongono le basi per gli impegni futuri. Attualmente il nostro mandato principale, oltre ovviamente il portare avanti le pratiche per i vari riconoscimenti giuridici, è quello di cercare  le modalità per una vera e profonda condivisione degli scopi della Fondazione e consentire a tutti i soggetti del territorio di contribuire alla crescita del sistema montalcinese. Noi infatti crediamo nel ruolo del Consorzio come forza economica che deve essere parte attiva dello sviluppo del territorio, territorio che nel suo complesso è uno dei grandi elementi che danno valore al Brunello di Montalcino e lo rendono unico, così come il Brunello continua a rendere importante Montalcino nel mondo”.

 

Sul modello di quelle bancarie, la Fondazione, la cui creazione è stata approvata la scorsa primavera dall’Assemble del Consorzio del Brunello, è nata per sostenere finanziariamente  progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti: dal turismo al recupero e restauro di beni artistici e culturali ma anche nel campo del sociale e dell’integrazione. Il Cda insediatosi in questi giorni è composto da  Fabrizio Bindocci (Presidente), Remo Grassi (vice presidente), Silvio Franceschelli (Sindaco di Montalcino),  Andrea Cortonesi, Patrizio Cencioni (Presidente del Consorzio del Brunello), Manuele Bartolommei, Andrea Machetti e, in qualità Responsabile Comitato Tecnico Scientifico, Bernardo Losappio.

 

Il vero punto di forza della  Fondazione è che, pur essendo espressione del Consorzio, avrà una gestione autonoma e soprattutto  sarà  aperta partecipazioni e contributi esterni. La scelta di inserire il Sindaco di Montalcino nel board -  in veste istituzionale e senza alcun ruolo politico -  vuole ad esempio essere un contributo  alla migliore comprensione di quali siano ambiti e progetti che necessitano di maggiore intervento.

 

Per quanto riguarda le risorse da destinare al territorio, una base importante dovrebbe venire dail contributi volontari dei produttori, quantificabili in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a “fascetta”, che, secondo le prime stime, consentirebbe di ottenere  un budget iniziale di 150-200.000 euro all’anno. I contributi non saranno distribuiti a pioggia ma, di anno in anno, puntando su progetti e idee concrete e ben delineate.  Obiettivo è sostenere la crescita del sistema economico e sociale di Montalcino.

Secondo il Presidente Fabrizio Bindocci “questa iniziative evidenzia il nuovo ruolo dei consorzi che da ente di tutela stanno diventando attori insostituibili della crescita e promozione dei territori. Un’esperienza, quella di una Fondazione di un Consorzio del Vino, già sperimentata in passato (dal Consorzio del Chianti Classico che, nel 1991, ha lanciato una sua Fondazione, per la tutela del territorio e valorizzazione dei suoi beni artistici, culturali e ambientali). Ma – prosegue Bindocci - che con alcune peculiarità, e con il valore del brand del Brunello di Montalcino, tra i più forti a livello mondiale, potrebbe aprire una strada virtuosa che altre importanti denominazioni del vino italiano che, in qualche modo, diventano “banche” per i loro territori. E’ un modello innovativo perché il valore aggiunto creato da Brunello rimane sul territorio e lo fa crescere.”